Per la maggior parte della nostra vita la programmazione mentale avviene in modo del tutto inconscio e non razionale. Incorporiamo meccanismi e codici per tutta la vita in modo costante e senza averne coscienza. Ma come riprogrammarci per essere padroni al 100% della nostra vita?
E se fossimo un computer?
Creiamo quello che possiamo immaginare, forse proprio per questo la più complessa macchina dall’uomo costruita, assomiglia in qualche modo al nostro cervello.
Come un computer siamo formati da una parte difficilmente raggiungibile, da un codice profondo che regola, in parte, il nostro funzionamento.
Proprio questa programmazione interiore ci impedisce di sviluppare chi siamo veramente. Per la maggior parte della nostra vita la programmazione avviene in modo del tutto inconscio e non razionale. Molti del blocchi che ci troviamo ad affrontare derivano da micro azioni/reazioni perpetuate nel tempo. Incorporiamo meccanismi e codici per tutta la vita in modo costante e senza averne coscienza.

Ma allora come avviene la programmazione?
Quando nasciamo abbiamo un’unica direzione, l’evoluzione, siamo nati con la missione di bilanciare evoluzione e salvaguardia della specie, lo squilibrio tra queste due sfere impedisce il compiersi del nostro MASSIMO POTENZIALE.
Se provate ad immaginare un bambino piccolo che deve imparare a camminare, non potrete che vedere scene di infinite prove e di incalcolabili cadute. Nessun bambino mollerà mai, nonostante le cadute e le sconfitte, perché in tutti gli esseri che vengono al mondo, la spinta all’evoluzione è forte ed infrangibile.
Proprio per frenare questa spinta di una forza distruttiva, chi ci educa durante la prima fase della vita ci impone dei limiti, ci programma e ci installa l’importantissimo valore della salvaguardia, dell’attenzione, della paura.
Da educatore, genitore, riuscire a bilanciare la giusta spinta verso l’evoluzione e la giusta dose di salvaguardia è un’impresa al limite dell’impossibile.
Ruolo particolarmente complesso proprio perchè è necessario imporre limiti forti nella prima parte della nostra vita, ma proprio quei limiti, rimaranno il codice di avvio della nostra vita, mentre la nostra spinta all’evoluzione, al cambiamento, alla messa in gioco delle nostre capacità andrà man mano scemando.
Smettiamo di occuparci di quante cadute abbiamo fatto e ci concentriamoci sulla forza che abbiamo avuto per rimetterci in piedi
Come riprogrammarci?
Se state leggendo questo blog, avrete probabilmente già testato con mano quanto sia complesso disfarsi di quelle briglie che non ci lasciano liberi di sbagliare, di provare, di essere padroni al 100% della nostra vita. Quanto sia complesso permetterci di sbagliare, di tentare, di compiere quel passo in avanti, lasciando le nostre abitudini o semplicemente cambiare quelle reazioni interne che ci accompagnano da troppi anni.
La difficoltà maggiore nell’atto di RIPROGRAMMARE è che quel codice immesso dentro di noi è stato assunto con innumerevoli piccole azioni e reazioni. La maggior parte di queste briglie invisibili che ci blocca è formata da sguardi che senza parole ci trasmettevano disapprovazione, dalla mancanze di attenzioni, dall’impossibilità da parte altrui di capire chi eravate nel profondo ecc.…
L’insieme di tutto questo è complesso da analizzare. Impossibile recuperare ogni singolo STOP ricevuto o percepito come tale, difficile convincere solo a parole il nostro passato così ben inserito in noi.

Ma allora cosa possiamo fare?
Possiamo invertire il nostro codice.
Smettere di essere adulti con un costante freno tirato sulle nostre potenzialità. Dobbiamo andare a recuperare la nostra potenza evolutiva allentando le briglie della nostra salvaguardia.
Per come ritrovare un nuovo equilibro ci sono molte strade, ma sicuramente un modo efficace per coloro che hanno già iniziato un percorso di crescita personale e hanno già risolto alcuni macro traumi, è provare ad avvicinarsi all’ipnosi o all’autoipnosi (leggi l’articolo sulle affermazioni positive). In questo stato di intenso rilassamento gli impulsi arrivano in modo più diretto a parlare con quella parte codificata nel subconscio aiuta a ritrovare la nostra stella nucleo ricoperta dall’adattamento.
Così possiamo ritornare alle origini capendo da cosa deriva il nostro codice di condizionamento limitante, ricordarci chi eravamo, riprogrammare il nostro vecchio schema di pensiero per riottenere quella parte di noi potente e capace di affrontare le sfide.
Se riusciamo a smettere di occuparci di quante cadute abbiamo fatto e ci concentriamo sulla forza che abbiamo avuto per rimetterci in piedi avremo finalmente abbastanza spazio per installare: libertà, fiducia in se stessi, nuove abitudini efficaci per vivere in modo nuovo, in cui avremo la forza di trasformare qualsiasi aspetto della nostra vita.
Testo ed immagini di Arianna De Maglie
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